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Sostenibilità economica
Il Futuro della Diplomazia Ambientale tra USA e Cina

Il Futuro della Diplomazia Ambientale tra USA e Cina

Nel panorama internazionale della lotta contro i cambiamenti climatici, gli Stati Uniti e la Cina, i due maggiori emettitori di gas serra a livello globale, stanno intraprendendo un nuovo corso di cooperazione.

Questo cambio di direzione arriva dopo le dimissioni di John Kerry e Xie Zhenhua, due figure di spicco della diplomazia climatica, che hanno aperto la strada a importanti accordi ambientali.

Rappresentando rispettivamente USA e Cina, questi due uomini hanno trascorso anni a negoziare per raggiungere accordi globali volti a ridurre le emissioni nocive per il pianeta. La loro stretta relazione personale è sopravvissuta nonostante il deterioramento dei legami tra le due superpotenze, su questioni che spaziano dal commercio a Taiwan. Quest’ultima, in particolare, si preannuncia come una rinnovata fonte di tensione dopo le recenti elezioni che hanno visto il ritorno al potere del partito favorevole agli USA.

La sfida attuale consiste nel costruire un sistema che possa proseguire anche senza l’unico legame tra Xie e Kerry. I loro successori potranno attingere a una base di buona volontà costruita durante gli anni del loro mandato e avranno già un meccanismo in atto per mantenere il dialogo. Mentre la Cina ha nominato il diplomatico di carriera Liu Zhenmin, 68 anni, come successore di Xie, il sostituto di Kerry deve ancora essere annunciato.

Nel 2021, i due paesi hanno concordato di stabilire un gruppo di lavoro, incaricato successivamente di collaborare su temi quali la transizione energetica, il metano, la deforestazione e l’economia circolare. Questo gruppo, che ha tenuto un incontro virtuale di recente, mira a sostenere i progressi durante il cambio di incaricati e potenzialmente anche un cambio di presidente negli USA.

“Xie e Kerry sapevano di essere in procinto di lasciare e volevano assicurarsi che ci fosse una struttura” per permettere la continuazione del lavoro, ha affermato Jake Schmidt, direttore strategico senior per il clima internazionale presso il Natural Resources Defense Council. “Averlo integrato nel gruppo di lavoro è un modo per farlo.”

Liu, scelta non controversa della Cina per succedere a Xie, è un diplomatico esperto. Parla fluentemente inglese ed è laureato in legge; ha ricoperto il ruolo di vice ministro degli affari esteri cinese e di sottosegretario generale per gli affari economici e sociali presso l’ONU. Ha partecipato a precedenti negoziati sul clima delle Nazioni Unite, inclusi quelli per il Protocollo di Kyoto e l’Accordo di Parigi.

La partecipazione di Liu al summit COP28 dello scorso anno, in qualità di consulente senior di Xie, e i suoi interventi a nome della delegazione cinese, hanno mostrato il suo impegno, anche se ha mantenuto un profilo basso, evitando colloqui con i giornalisti fuori dal palco.

Kerry, politico esperto e diplomatico, ha portato una gravitas insolita al suo ruolo. In precedenza, l’incarico era stato detenuto da burocrati esperti in diplomazia, ma privi dello stesso alto profilo. Biden potrebbe tornare a una scelta più discreta, il che potrebbe richiedere al Segretario di Stato USA Antony Blinken di lavorare in modo più aggressivo e visibile sulle questioni climatiche – una sfida, data la continua instabilità in Medio Oriente e Ucraina.

Tra i potenziali successori di alto profilo si includono l’ex governatore dello stato di Washington, Jay Inslee, la cui campagna presidenziale del 2020 era incentrata sul clima, e John Podesta, stratega governativo esperto, attualmente alla Casa Bianca per supervisionare l’attuazione della legge sul clima del 2022, nota come Inflation Reduction Act.

Chiunque prenderà il posto, il 2024 sarà un anno difficile. I colloqui delle Nazioni Unite di quest’anno, l’appuntamento annuale più importante della diplomazia climatica, si concentreranno su quanto i paesi sviluppati dovranno contribuire finanziariamente per aiutare le nazioni povere a mitigare e rispondere al riscaldamento globale. Gli Stati Uniti, i maggiori responsabili delle emissioni presenti nell’atmosfera oggi, saranno sotto particolare scrutinio. Anche la Cina, ora il maggior emettitore al mondo, è sotto pressione per contribuire con fondi, nonostante il suo status ufficiale di nazione in via di sviluppo.

Il summit in Azerbaijan è previsto per iniziare pochi giorni dopo le elezioni presidenziali statunitensi, che potrebbero riorientare drasticamente la posizione del paese sul clima. Sui percorsi elettorali, Repubblicani e Democratici stanno già spingendo per una linea più dura contro la Cina. Biden sarà sempre più sotto pressione per fare lo stesso, rendendo difficile mantenere un atteggiamento conciliante sulle questioni climatiche.

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