Protezioni solari: quasi tre quarti non offrono un filtro soddisfacente e contengono sostanze pericolose
Dal rapporto della EWG emerge che quasi tre quarti dei prodotti in commercio offrono una protezione solare inefficace o contengono ingredienti preoccupanti che possono danneggiare la pelle: molti marchi continuano a dare informazioni ingannevoli.
Usare le protezioni solari giuste è importante ma è ancora più importante non sottovalutare i rischi di un’esposizione prolungata ai raggi del sole: così potremmo sintetizzare i consigli dell’Environmental Working Group (EWG), che con il suo report annuale ci aiuta a fare chiarezza in un mondo poco chiaro e denso di comunicazione ingannevole.
Se da un lato molti filtri solari risultano inefficaci o addirittura dannosi, dall’altro si demolisce la convinzione per cui ricoprirsi di creme ci dovrebbe fare stare tranquilli: non ci sono poche prove scientifiche che la protezione solare da sola riduca il rischio di cancro, in particolare per il melanoma. Infatti, nonostante la crescente consapevolezza dei pericoli di esposizione alle radiazioni ultraviolette del sole, i tassi di melanoma sono triplicati negli ultimi tre decenni.
Il report annuale della EWG analizza più di 1300 prodotti e ne valuta il rating basandosi sugli standard di settore: rischi per la salute associati alle sostanze utilizzate, protezione combinata dai raggi UVA e UVB e stabilità dei composti. Il risultato è che la maggior parte dei prodotti contengono ingredienti nocivi, come ad esempio l’oxybenzone, il retinil palmitato (una tipologia pericolosa di vitamina A), oppure riportano valori di protezione SPF ingannevoli. Solo il 20% dei prodotti si è dimostrato all’altezza del compito.
Il problema dell’oxybenzone e di altre sostanze chimiche, è che studi di laboratorio indicano che questi filtri UV possono mimare gli ormoni o causare delle allergie cutanee. Due studi europei hanno rilevato la presenza di oxybenzone e altri filtri di protezione solare, nel latte materno: anche il feto in via di sviluppo può essere esposto a queste sostanze: uno studio dell’Università di Zurigo del 2010 su madri lattanti, ha trovato almeno un prodotto chimico (da protezioni solari) nell’85% dei campioni di latte!
Anche la presenza di retinil palmitato, una forma di vitamina A, risulta pericoloso per la salute: può accelerare lo sviluppo di tumori della pelle e lesioni, quando applicato in presenza di luce solare, e danni ancora maggiori quando l’organismo lo assorbe. La vitamina A è un antiossidante aggiunto ai prodotti per la pelle perché i produttori credono che ne rallenti l’invecchiamento. Fino al 16% dei prodotti solari contiene questa sostanza pericolosa. In un contesto separato, i governi tedesco e norvegese hanno avvertito che nei prodotti cosmetici, il retinil ed altri ingredienti contenenti vitamina A, potrebbero indurre la gente a assumere quantità tossiche di questa sostanza.
Anche i valori alti di SPF possono trarci in inganno, infatti dallo studio emerge come valori superiori a 50 sono arbitrari e, correttamente applicato, un SPF 50 blocca il 98% dei raggi solari; un SPF 100 ne blocca il 99% (solo un 1% di differenza). Se usata correttamente, la protezione solare con valori di SPF nel range 30 – 50, offrirà un’adeguata protezione da scottature, anche per le persone più sensibili. In secondo luogo il valore di SPF di un crema solare è indice di protezione da scottature (raggi UVB) ma ha poco a che fare con la capacità del prodotto di proteggere la pelle dai raggi UVA: un’alta SPF tende a legittimare i consumatori a rimanere al sole più a lungo e a sovraesporsi alle radiazioni, aumentando la possibilità di malattie. Prodotti con alta SPF richiedono inoltre concentrazioni più elevate di sostanze chimiche. Alcuni di questi ingredienti (come quelli descritti prima) possono comportare rischi per la salute quando penetrano la pelle, come alterazioni ormonali e reazioni allergiche cutanee.
EWG, dopo averci messo in guardia, ci da dei preziosi consigli per prevenire danni alla pelle e al nostro organismo, invitandoci soprattutto a modificare il nostro atteggiamento quando dobbiamo esporci al sole:
- Scegliamo creme solare (non spray), con ingredienti naturali (preferibilmente estratti bio) e minerali, con forte protezione UVA (SPF 30/50).
- Non usiamo la protezione solare come uno strumento per prolungare il nostro tempo al sole.
- Copriamoci! Cappelli, magliette e occhiali da sole sono la migliore protezione.
- Evitiamo le scottature.
- Non utilizziamo lettini abbronzanti e evitiamo (se possibile) di prendere il sole.
- Proteggiamo i bambini! Le scottature solari dei primi anni di vita sono peggiori e possono avere conseguenze in seguito.
- Monitorare la vitamina D. Si ipotizza che adeguati livelli di vitamina D possono ridurre il rischio di melanoma. Ma sappiamo di sicuro che la vitamina D è un bene per la lotta contro altri tipi di cancro.
- Esaminiamo la pelle. Controllare la nostra pelle regolarmente per accorgersi tempestivamente di eventuali anomalie.
Quest’anno in spiaggia ricordiamoci che una crema solare biologica e una esposizione ridotta al sole, ci aiuteranno a proteggere la nostra pelle e a stare bene a lungo.